DANZON

Fu per molte strade differenti che l’europea contradanse arriva a Cuba alla fine del secolo XVIII: Toccando direttamente il cuore dell’Avana, all’Ovest, per l’arrivo di barche inglesi, contemporaneamente ad est per lo sbarco dei coloni fracesi che stavano fuggendo dalla ribelle Haiti portando i loro schiavi neri. L’influenza di musicisti e compositori cubani neri trasforma a poco a poco questo ritmo in uno dei generi favoriti, la contradanse si incrocia e dà nascita alla contradanza: che anima i saloni alla fine del secolo XIX, al suono dei flauti, clarinetti, cornette, violini, contrabbasso, guiros, timbales ed altri. È Miguel Failde Pérez, che non avrebbe immaginato mai che il suo nome apparisse un giorno su Internet, cornettista di Matanzas (Cuba) al quale dobbiamo il merito di avere inventato il danzón, in 1879: iniettando una vigorosa sincope, la ringiovanita forma della contradanza. Il danzón si balla in coppia, seguendo una struttura stretta. Il tempo farà ancora evolvere lo stile integrando elementi venuti di altri generi, l’eterno Son come, sull’influenza di José Urfé verso gli anni 10. Nel 1929, Aniceto Diáz perfezionò la formula, con la sua composizione rompendo la routine, per competere con il Son – il gran rivale -, creando allora il danzonete. Più tardi verranno altri discendenti celebri, il cha cha chá ed il mambo, passando per il ritmo nuovo.